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Non c'è di che.
Ma facci sapere l'esito dei tests. Se la cosa va a buon fine , sarebbe una delle rare volte che i Nadeiani danno davvero ascolto alle problematiche sollevate dagli utenti e si adoperano per risolverle fattivamente in breve tempo. E' quasi una rivoluzione per loro prestare maggiore attenzione alla "customer satisfaction"!
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Dopo il naufragio, per com’era conciato, pochi avrebbero pensato di rivederlo galleggiante vicino ad una banchina del porto di Dunedin in Nuova Zelanda. Ma tant’è. Quel che non è andato a picco del maxi trimarano francese, è stato recuperato ed issato con una una gru per essere rimesso nella corretta posizione di galleggiamento ( vedi filmato ).
Lo staff manageriale del team assicura che l’avventura non finisce qui.
Il relitto infatti, sarà caricato su un cargo intorno al 13 marzo e trasportato via mare a Lorient in Francia, dove è atteso entro un mese da quella data. Appena effettuato il trasferimento, gli ingegneri e gli architetti saranno a lavoro per recuperare i pezzi riutilizzabili e ricostruire “il puzzle”, realizzando ex novo le parti mancanti, come per esempio l’ntero scafo sinistro dell’imbarcazione.
Il team intravede già da ora per novembre la messa in acqua del nuovo trimarano, seguita da un mese di tests e regolazioni, per poter riprendere l’avventura per la conquista del Trofeo Jules Verne già a fine dicembre del 2008.
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A proposito delle stramaledette pale eoliche che mi hanno a suo tempo "fritto" l'alimentatore del PC. Ecco come mi piacerebbe che finissero tutte quelle che hanno messo in funzione vicino casa mia!
Non è sadismo o disprezzo per le vie ecologiche alla produzione di energia. E' solo che "ste pale" ce le hanno piazzate in mezzo agli zebedei, senza considerare il fatto che la rete elettrica, nelle pessime condizioni in cui versa attualmente, non può reggere il surplus di tensione generata dall'impianto eolico e , ovviamente, spesso va in tilt. Rompendo ripetutamente le scatole al sottoscritto, dato che mi fanno saltare anche il collegamento Fastweb, un giorno si ed uno no!!
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Caro Red
Una vecchia canzone inglese, un pò melensa in realtà, diceva: "It won't rain all the time ............ The sky won't fall forever" E da noi in sicilia si dice: "Chiù scuru i'menza'nuatte um'pò fari!" Forza e coraggio dunque! E comunque siamo tutti qui. Non c'è bisogno di scusarsi di alcunchè. Nella vita sti periodi di merda capitano!
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Solidarizzo con te Fosco. Tempo fa mi è successa una cosa simile. Una serie di sbalzi di tensione, provocati dal nuovo impianto di pale eoliche vicino casa mia, mi ha "sbampato" l'alimentatore del PC. Ho risolto con la semplice sostituzione del pezzo, ma avrei potuto rischiare anche la CPU ( ed allora sarebbero stati c.......issimi! ). Dato che gli sbalzi di corrente dalle mie parti sono frequenti, ho comprato anche 60€ di stabilizzatore di corrente per mettermi al sicuro. In questo modo il PC ha un salvavita autonomo, che stacca l'alimentazione da rete al momento dello sbalzo di tensione, continuando a far funzionare il computer mediante un accumulatore e poi ripristina la normale alimentazione. Se da te un fulmine ha potuto provocare un sovraccarico tale da farti partire il PC, vuol dire che nella tua zona l'impianto eletrico di rete non è dotato di adeguata protezione con scarico di servizio a terra ( del resto, la rete nazionale ENEL è la più vecchia d'Europa! ). Ti consiglio dunque di adottare la stessa soluzione che ho scelto io, per evitare sgradite sorprese future.
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Come segnalato da LucaR. su Sadimare.it , il sito FareVela.net annuncia la possibile nascita di un progetto alternativo all'America's Cup ed alle interminabili sfide legali tra Bertarelli ed Ellison, con il seguente articolo:
Citazione:
Roma Wednesday, February 13, 2008 Autore: Michele Tognozzi
Gli sfidanti alla Coppa America si preparano a regatare in un circuito alternativo. In esclusiva Fare Vela, nel numero in edicola dal 27 febbraio, rivela la mossa in aperta protesta contro l'immobilismo causato dalla lite legale tra il defender Alinghi di Ernesto Bertarelli, titolare dello storico trofeo, e il più ricco degli sfidanti, Bmw Oracle di Larry Ellison. Non era mai successo niente di simile, nella storia della Coppa America. Il progetto è già molto avanti: si comincerebbe a maggio, sino a ottobre. Fare Vela pubblica le anticipazioni della svolta clamorosa che potrebbe prendere la più importante regata del mondo, da alcuni mesi in crisi, per la causa giacente presso la Corte Suprema dello Stato di New York fra Bertarelli ed Ellison.
Un paio di dettagli aggiungono particolare pepe all'iniziativa: una delle tappe del circuito sarebbe proprio Valencia, la città spagnola che sulla Coppa ha investito tantissimo ed è maggiormente penalizzata dalla situazione di stallo in cui è finita la sfida; ma, soprattutto, le barche dell'America's Cup tornerebbero, dopo 157 anni, a Cowes, in Inghilterra, nell'isola di Wight, dove tutto ebbe inizio nel 1851. Le altre tappe sarebbero a Kiel, in Germania e a Trieste o Napoli.
In un'inchiesta esclusiva, FareVela spiega che l'iniziativa è stata avviata da alcuni degli sfidanti, pare su impulso di sponsor di primo livello come Audi e Porsche. I team userebbero le imbarcazioni Acc (America's cup class), ferme ormai dalla XXXII edizione della Coppa a Valencia. Oltre al Team tedesco, sponsorizzato dalla stessa Audi, sarebbero già della partita il nuovo sindacato inglese TeamOrigin, il sudafricano Shosholoza, gli svedesi di Victory Challenge. Il mensile non ha avuto conferme dirette per quanto riguarda gli spagnoli di Desafìo, i francesi di Areva e i vincitori della Louis Vuitton Cup 2007, Emirates Team New Zealand. Ma la loro partecipazione viene data per molto probabile, se non addirittura certa. Non si sa nulla, per ora, dell'italiano Mascalzone Latino.
Fare Vela ha ottenuto conferme e informazioni da Marcus Hutchinson, direttore della comunicazione di TeamOrigin, e dal comandante Salvatore Sarno, di Shosholoza. Vincenzo Onorato, armatore di Mascalzone Latino, si è detto interessato e il suo ok potrebbe maturare nelle prossime ore. Quanto a Bmw Oracle, Fare Vela riferisce che il team ritiene di essere “troppo impegnato a vincere la Coppa America per aver tempo per certe cose”. Su questo incredibile circuito Coppa-America-senza-la-Coppa “valgono”, commenta il mensile, “le due ipotesi: 1) gli sfidanti lo fanno davvero, come tutto sembra dimostrare; 2) dicono di volerlo fare, per far pressione su Alinghi e Bmw Oracle e all’ultimo minuto potrebbero rinunciarvi, in cambio dell’accettazione, da parte dei due litiganti, di alcune condizioni. Nel primo caso, è ancora sport. Nel secondo, è politica”.
Boh!? Non so se sia politica o meno. A me sembra dopo tutto lecito dare sfogo alla giusta irritazione di gente che ama la vela e che ha pure investito dei capitali. Il giudice Hermann Cahn della Corte Suprema di New York, pare sia andato a fare un pisolino o che abbia di meglio da fare che occuparsi dei battibecchi tra due irragionevoli e viziati miliardari. E questo credo abbia fatto "smuovere i nervi" a tanta gente, stufa e arcistufa ormai di aspettare i comodi di Bertarelli ed Ellison. BMW Oracle ed Alinghi per ora "giochicchiano" con i loro Extreme40 sulle placide acque di Valencia. Alinghi a ripreso ieri , dopo molti giorni, gli allenamenti sui catamarani. ( link all'articolo con annesso video su ValenciaSailing ) Ma a parte aver riverniciato le due imbarcazioni con i "colori sociali" del team, non sembra per ora che da parte del team elvetico vi siano segnali di concrete novità o che facciano presagire sviluppi clamorosi sul futuro della 33ma Coppa delle Cento Ghinee. Sarà forse solo utopia, ma spero paradossalmente che la situazione di calma piatta tra i due contendenti legali per "la brocca", si protragga all'infinito e che invece l'iniziativa degli sfidanti delusi prenda piede velocemente e si affermi sempre più come una valida alternativa ai bisticci tra americani e svizzeri. Così forse potremo vedere finalmente i progetti di sfruttamento economico dell'evento sportivo, che hanno affossato la Coppa America, andare in fumo e i capitali della pubblicità internazionale spostarsi verso competizioni velistiche che si svolgono realmente sull'acqua, invece di perdersi in mari di cartacce legali. Ma forse è solo una pia illusione.
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HeHeHe! Non so ..... credo che in quel caso si sarebbero arresi prima .. per manifesta inferiorità!!
Comunque quello che mi ha colpito sono le facce sorridenti e rilassate dell'equipaggio. Dopo aver disintegrato sto maxi trimarano su un muro d'acqua, nel bel mezzo di uno degli oceani più pericolosi della terra, si comportano come se avessero solo forato la gomma dell'auto durante una gita di piacere!
Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.