Luna Rossa e Te Rehutai in perfetto equilibrio, 2-2 dopo day 2

Data 12/3/2021 7:18:10 | Categoria: La vela nella realtà

Auckland– Lunga e tormentata è la via che porta al paradiso. Luna Rossa vince benissimo race 3 ma poi perde, con un paio d’errori race 4. Il risultato è che, dopo quattro match, la situazione è di perfetta parità, 2-2 tra Luna Rossa e il defender kiwi. Da dire subito che mai nella storia una barca italiana aveva vinto due regate in America’s Cup e che l’equilibrio sembra totale. I kiwi van forte anche con aria leggera, dove Luna Rossa era vista come favorita, e Luna Rossa va forte anche con aria media, dove invece erano i kiwi a essere ipotizzati in vantaggio. Ciò rende aperta e impronosticabile questa 36th America’s Cup.
Una bella notizia per l’evento, un po’ meno per le coronarie delle decine di migliaia di tifosi che stanno seguendo Luna Rossa ogni notte. La nostra Live anche oggi ha avuto moltissimi contatti. Grazie a tutti.

Luna Rossa ha vinto in modo autorevole la prima regata, con 37″ di margine. Partenza in controllo da destra, drag race fino al boundary di sinistra, virata, modalità alta, con Peter Burling che si arrende andando a puggiare sottovento, in una manovra quasi frustrante e senza futuro. Luna Rossa controlla, sempre in fase con il vento, facendo rimbalzare ETNZ dalla parte sfavorita. 10″ i secondi alla prima bolina, che diventano 13″ alla poppa, addirittura 27″ alla seconda bolina, poi 22″ alla poppa e 38″ all’ultima bolina fino ai 37″ all’arrivo.

 

Sull’AC75 italiano congratulazioni ridotte al minimo, visto che il cammino è ancora lunghissimo. Su Te Rehutai Peter Burling appare in via di “barkerizzazione” un po’ remissivo e ingobbito, ma guai a sottovalutare i kiwi… e infatti race 4 presenta un quadro diverso.

 

Te Rehutai entra da sinistra, il che si sta rivelando un deciso vantaggio soprattutto con vento leggero, e attacca senza esitare. Luna Rossa segue e si prepara a una nuova partenza da sopravvento, anche se l’asse del vento sembra un po’ sinistro. Ai 43″ Te Rehutai cade dai foil e non sapremo mai se la mossa sia voluta per ingannare Spithill o casuale. Fatto sta che Jimmy non può rinunciare al suo istinto di killer. Il famelico aussie, ma anche tutti noi, si lanciamo in caccia dell’avversario per infliggere una penalità orzando da sottovento. Te Rehutai, però, riesce a decollare immediatamente e a guadagnare quanto voleva, bruciare, in modo un po’ inatteso, secondi prima della partenza al pin verso sinistra. Luna Rossa può solo riorzare e partire sopravvento, ma i kiwi sono più veloci da sotto e costringono Luna Rossa a una virata prima del previsto.
Separazione massima nel flipper del campo Echo, con il vento a 8-9 nodi, e Luna Rossa che, dopo le virate, sembra poter incrociare da mure a dritta, ma ETNZ si prende un sinisto “last second” che le consente di virare in faccia a Luna Rossa.

 

Ruoli invertiti, questa volta sono i kiwi a controllare gli italiani, che comunque si difendono bene fino ai 9″ della prima bolina. Alla fine della poppa l’attimo decisivo, con Luna Rossa che cade dai foil all’ultima strambata prima del gate, perdendo una ventina di secondi (34″ il delta al gate). Francesco Bruni dirà in conferenza stampa che semplicemente è stato premuto due volte il bottone dell’arm e che “non succederà più”.
Il resto della regata non ha storia, con 34″ alla seconda bolina, 48″ alla seconda poppa, 58″ alla terza bolina e 1’03” all’arrivo.

 

Due a due, insomma. Pareggio sull’acqua e nella percezione generale. Entrambi i team hanno le capacità per vincere questa entusiasmante America’s Cup. Per la prima volta l’Italia e Luna Rossa hanno un’occasione storica. Lo può fare.


In day 1 erano stati i kiwi ad andare a letto pensierosi dopo aver perso la seconda regata del giorno, oggi lo fanno gli italiani, ma a Base Luna faranno i briefing del caso e da domani notte si riparte da zero. Ancora nove regate potenziali, cinque da vincere per portarsi a casa l’America’s Cup.
Sarà interessante vedere quale dei due team riuscirà a vincere una regata entrando nel box da destra, visto che sin’ora sempre ha vinto la regata la barca entrata mure a sinistra nel prestart.
Così come il team che dovesse vincere due regate in un giorno prenderebbe un deciso vantaggio.

Nessuno pensava che sarebbe stato facile, perché, come dice Max Sirena, “Questa è l’America’s Cup”. Ed è bello così. Per vincerla bisognerà soffrire, lottare e restare concentrati. Il fattore umano conterà moltissimo. Max Sirena, Francesco Bruni, Jimmy Spithill, Pietro Sibello, i coach Vasco Vascotto e Philippe Presti e tutti i 120 membri del team italiano lo sanno.
Ancora una volta, testa in barca e pedalare.

 

Replica della seconda giornata di regate.

 

Conferenza stampa post regate del giorno 2

 

 

 





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